Le prese di posizione aziendali contro la guerra in Ucraina

Le prese di posizione aziendali contro la guerra in Ucraina

Le prese di posizione aziendali contro la guerra in Ucraina

Quando si parla di comunicazione digitale, si discute spesso di presa di posizione delle aziende, le quali sono molte volte, direttamente o indirettamente, chiamate a effettuare delle scelte. Scelte che, esposte e comunicate al pubblico, possono anche condizionare considerevolmente l’identità del brand e le sue relazioni.

Prese di posizione: scelte dettate dai valori aziendali

Proprio a causa di questa esposizione pubblica e dei rischi che comporta, le prese di posizione sono un tema dolente della comunicazione. Spesso scivola in secondo piano, o si decide consapevolmente di evitare certi argomenti, o ancora si prende talmente sottogamba da far fare degli scivoloni di comunicazione più o meno gravi (e, in questo caso, si può proprio compromettere l’identità aziendale, scatenando vere e proprie crisi).

La parte critica delle prese di posizione è che queste sono legate a un senso di moralità propria, che riguarda in primis l’imprenditore e le sue mentalità e personalità. È dall’orma della sua vision, infatti, che derivano i valori dell’azienda. Di riflesso, anche i propri collaboratori che, sebbene siano oggettivamente individui unici, ne acquisiscono i principi fondanti. L’insieme di tutto ciò forma la personalità del brand, che viene poi condivisa attraverso il web.

Conflitto Ucraina-Russia: le prese di posizione dei brand

Ci sono tuttavia degli aspetti della vita umana e della storia su cui (per fortuna) la maggior parte delle persone concordano: essere contro la guerra.

Questo articolo vuole esprimere le prese di posizione incisive nate con il conflitto in atto nell’est Europa, contro cui alcuni brand si sono esposti. Riconosciamo, tra questi, Bernabei, azienda che distribuisce vini e liquori, che ha condiviso un post su Facebook:

Bernabei non è l’unico brand che ha preso decisioni forti: troviamo anche grandi nomi come Apple, Microsoft, Netflix, PayPal, Nike e molte altre (l’elenco qui).

Le prese di posizione in relazione alla community

A prescindere dal desiderio comune (e purtroppo utopistico) che tutto il mondo viva in pace, da ciò che realmente le aziende fanno o decidono internamente, da ciò che ciascuno nel proprio piccolo può fare, le prese di posizione dei brand accompagnate da azioni concrete sono davvero quello che conta. Sono queste che esprimono volontà e valori alla propria community e a tutti coloro che ancora non conoscono il marchio (che, per affinità emotiva, gli si avvicineranno).

Ricordiamoci però che il confine tra il condividere le buone intenzioni e il sembrare opportunisti è molto sottile. È sempre necessario procedere con cautela, cura e attenzione alle persone. Nelle strategie di comunicazione digitale è fondamentale affidarsi sempre alla sensibilità e alle accortezze che può avere un community manager professionista; questo perché è quella figura che si confronta quotidianamente con il sentimento delle persone (riversato a fiumi in rete).

È oltremodo fondamentale prevedere le possibili criticità che possono incorrere dal momento in cui si decide di uscire allo scoperto. Prendere decisioni senza un piano di comunicazione atto alla tutela del brand e dei suoi stakeholder, proteggendoli da coloro che la pensano diversamente, è imprudente e rischioso.

Cosa ne pensi delle prese di posizione dei brand (sia in generale, sia per quanto riguarda il momento storico)? Quanto ritieni importante implementare delle strategie anti-crisi?

Fammelo sapere nei commenti! 👇

eleonorati

Consulente Web & Digital e Community Specialist, aiuto i business ad esprimere la propria identità tramite strategie di contenuti che sappiano raccontarli e a creare relazioni di valore con le persone. Il cocktail perfetto per prendersi cura della reputazione aziendale!

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